Nato in Veneto, appena maggiorenne si trasferisce a Perugia per motivi di studio. È più o meno in quel periodo che si innamora del sangiovese, completa il percorso dell'Associazione Italiana Sommelier ed apre un blog, non necessariamente in quest'ordine. Dopo aver vissuto per troppo tempo a Milano e troppo poco a Stoccolma è tornato in Umbria, dove oggi lavora. Giornalista, collaboratore della guida "I Vini d'Italia" edita da l'Espresso, scrive anche su Enoiche illusioni e Intravino, due dei più popolari wine blog italiani.
«L’Umbria si conferma come uno dei laboratori enologici più vivaci e interessanti del nostro paese. Ormai distante da un periodo non molto avvincente, dominato dall’ipertecnicismo enologico, la piccola regione al centro dell’Italia si è resa protagonista di una progressiva acquisizione di identità che non pare arrestarsi».
Quando si parla di vino una delle parole chiave che emerge con maggiore ricorrenza è convivialità. È normale, nella nostra cultura nessun’altra bevanda viene automaticamente associata alla condivisione.
La distanza tra un tavolo e l’altro, il numero di persone per metri quadri, i congiunti, l’autocertificazione, le mascherine.
Torna Jacopo Cossater che questa volta ci parla di birra
È nel (legittimo) desiderio di continuare a migliorarsi che va inquadrata gran parte della storia recente del Rubesco Vigna Monticchio, il più importante e prestigioso dei vini prodotti da Lungarotti.
Sito nato un po’ per gioco nel 2010, umbriabirra.org è diventato in pochissimo tempo il riferimento regionale sul tema
Dell’Umbria del vino si può dire davvero tutto tranne che sia ferma o poco dinamica
Matera è una città di una bellezza così dirompente che mi si illuminano gli occhi solo a scriverne il nome.
A guardare la carta geografica del vino regionale ci sono due zone, in particolare, le cui caratteristiche non riesco ad afferrare del tutto. La prima è quella dei Colli del Trasimeno, un territorio piuttosto vasto ed articolato costantemente in cerca di grandi autori.