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Finalmente! In evidenza

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Mai tante stelle. Scrivo queste righe poche ore dopo la presentazione della nuova edizione italiana della guida Michelin e, a memoria, non ricordo un’Umbria con così tanti ristoranti premiati coi macaron della Rossa, come vengono chiamate in maniera informale le stelle e la guida che li esprime.

In ordine di apparizione sul palco di Brescia, a prendere l’applauso del pubblico e a ritirare la famosa giacca bianca: Ada Stifani di Ada Gourmet, in pieno centro storico, a Perugia; Andrea Impero di Elementi Fine Dining, il ristorante che si trova all’interno di Borgo Brufa, il famoso relais tra Torgiano e Ponte San Giovanni; Giulio Gigli di UNE, il bel locale di Capodacqua di Foligno di cui avevo scritto su queste pagine esattamente un anno fa, su PM 142. A queste si è poi aggiunto l’upgrade a Stella Verde per il Vespasia di Norcia, distinzione che premia quei ristoranti impegnati in una cucina sostenibile.

Ci sono almeno due aspetti che credo valgano la pena di essere sottolineati relativamente al questo grande exploit.
Da una parte si tratta di un risultato che va oltre le grandi capacità dei singoli e dei loro staff. La guida Michelin, seppur a volte non con grande tempestività, ha dimostrato negli anni di seguire dei trend precisi, di indicare cioè strade.

È anche in questo contesto che vanno letti questi riconoscimenti: quello di una regione sempre più vocata al turismo di qualità, nella quale le persone cercano tanto esperienze autentiche, legate alla cucina più tradizionale, quanto contesti in grado di valorizzarne il valore. Dall’altra parte, se pensiamo anche alle altre stelle regionali, da Casa Vissani sulle sponde del Lago di Corbara a L’Acciuga, a Perugia, emerge chiarissima una grande diversità.

Oggi in Umbria ci sono sei ristoranti stellati ognuno con un’identità chiarissima, diversa da tutti gli altri.

Non un questione di solo posizionamento, di sfumature: ogni chef esprime la propria sensibilità in maniera chiara, riconoscibile attraverso piatti peculiari, che ne raccontano con forza le idee e i diversi approcci. Una cosa molto positiva: nessun modello è stato ripreso ed adattato altrove, ognuno di questi ristoranti è figlio di un percorso unico e non riproducibile, testimonianza di quel fermento e di quella vivacità che da queste pagine raccontiamo da anni.

Oggi è stato certificato dalla guida più influente, quindi più importante: in Umbria non si è mai mangiato così bene.

Finalmente!
   
Jacopo Cossater

Nato in Veneto, appena maggiorenne si trasferisce a Perugia per motivi di studio. È più o meno in quel periodo che si innamora del sangiovese, completa il percorso dell'Associazione Italiana Sommelier ed apre un blog, non necessariamente in quest'ordine. Dopo aver vissuto per troppo tempo a Milano e troppo poco a Stoccolma è tornato in Umbria, dove oggi lavora. Giornalista, collaboratore della guida "I Vini d'Italia" edita da l'Espresso, scrive anche su Enoiche illusioni e Intravino, due dei più popolari wine blog italiani.

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