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Gran Tour Perugia

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Un giorno in monastero, all’abbazia di San Pietro

a cura di Maria Elisa Giulietti

L’Abbazia benedettina di San Pietro è un luogo straordinario, un monastero benedettino nel cuore di Perugia con più di mille anni di storia alle sue spalle.

Venne fondata nel 969 d.C. da Pietro Vincioli, un nobile perugino che ricevette in dono dal vescovo Modesto quest’area che all’epoca era “extra moenia” cioè fuori le mura. Ben presto l’Abbazia di San Pietro divenne ricca e potente e estese i propri possedimenti fin verso il lago Trasimeno e verso il fiume Tevere.

Questo luogo sacro ha ospitato centinaia di monaci che, seguendo la regola di San Benedetto da Norcia, scandivano la propria giornata seguendo il motto “ora et labora”.


Nei momenti di massimo splendore, a San Pietro sono vissuti ben 300 monaci che vi soggiornavano per seguire la scuola di teologia la cui fama travalicava i confini nazionali. L’importanza ed il prestigio di questa abbazia è testimoniato dalla presenza di ben tre chiostri, ma il secondo, quello centrale è il vero cuore pulsante del monastero, in cui si affacciano i luoghi più importanti: la Sala del Capitolo, il refettorio, lo scriptorium e le aule di studio della scuola di Teologia (quella di Filosofia, di Teologia e di Logica).



Il vero tesoro del monastero è la chiesa, seconda solo alla Galleria Nazionale dell’Umbria per numero e importanza di opere d’arte conservate. Passeggiando tra i colonnati e le cappelle laterali, lo sguardo viene rapito dalla magnificenza e dalla ricchezza decorativa che la rende straordinaria. Conserva opere di Perugino, Guido Reni, Vasari, Wicar e Tintoretto e detiene vari primati tra cui quello di ospitare la tela più grande d’Europa, con ben 90 mq di superficie. È proprio quest’opera che negli ultimi tempi sta attirando la curiosità di molti visitatori che arrivano a San Pietro per osservarla dal vero. Per comprenderla ed apprezzarla in tutto il suo significato, infatti, bisogna posizionarsi ad una certa distanza per avere uno sguardo d’insieme del tutto, quindi ci dobbiamo spostare nella zona prossima all’altare. L’opera si trova nella parete della contro-facciata e rappresenta il Trionfo dell’Ordine Benedettino. Al centro il fondatore dell’ordine San Benedetto seduto in trono è affiancato da tutti i monaci e monache dell’ordine che hanno avuto un ruolo apicale nella Chiesa e alla sommità, dove negli angoli, vediamo rappresentati i due papi appartenenti all’Ordine benedettino.




Ma ad una lettura più approfondita, cogliendo alcuni particolari, si scorge un secondo livello di osservazione: c’è chi vede infatti in questa tela enorme rappresentato il volto del demonio, dove il naso che ricorda un teschio è San Bendetto seduto in trono, il sole e la luna sono gli occhi e i due papi in cima sono le corna del diavolo. La bocca è il portone di ingresso alla chiesa. Ma come mai l’Aliense, questo è il nome dell’artista che ha realizzato la tela, ha dipinto questa tela con questo doppio significato? Perché doveva essere a monito per i monaci che la osservavano dal coro nella zona absidale che, varcando quel portone non avrebbero più goduto dall’intercessione divina, ma al contrario, sarebbero stati alla mercè delle tentazioni del demonio e delle lusinghe del mondo.

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