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Perdita dei capelli: perché 1 italiano su 3 ne soffre?

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Uno dei problemi più ricorrenti in Italia riguarda sicuramente la perdita dei capelli, visto che si tratta di una condizione che riguarda milioni di persone nella penisola, con un tasso di calvizie superiore a moltissimi altri paesi europei.
Non a caso, statistiche alla mano, un terzo degli italiani perde i capelli, anche se le ragioni possono essere diverse da caso a caso.

Ciò nonostante, è opportuno chiarire che la caduta dei capelli è un fenomeno fisiologico, e segue il cosiddetto ciclo follicolare, a sua volta suddiviso in tre fasi distinte (anagen, catagen e telogen). Tuttavia, un eccesso può diventare la spia di un qualcosa che non funziona come dovrebbe.

 

Perdere i capelli è un fenomeno fisiologico

Come già accennato, la caduta dei capelli è un processo fisiologico che si manifesta spesso in coincidenza con i cambi di stagione. La crescita e la caduta dei capelli segue infatti un ciclo follicolare ben preciso, con momenti di attività alternati ad altri di riposo.

La fase di crescita è l’anagen, mentre la catagen è la fase di involuzione, durante la quale il capello resta in sede ma non allunga. Infine, la fase telogen è quella che vede la disattivazione del follicolo: il capello resta al suo posto, ma si indebolisce sempre di più fino a cadere a causa della spinta del capello nascente.

Il problema nasce quando la fase di riposo del follicolo si prolunga nel tempo, fino a causare la completa atrofizzazione. In quel caso il cuoio capelluto inizia a diradarsi sempre di più, a causa della mancata ricrescita dei capelli durante i vari cicli, fino a poter causare la calvizie o alopecia irreversibile.

È bene specificare che questa condizione è puramente genetica, ma ci sono altre situazioni che possono causare una calvizie reversibile (quindi non definitiva), tanto negli uomini quanto nelle donne. Si fa riferimento, ad esempio, allo stress, all’utilizzo di farmaci particolari, ad una dieta scorretta e ad una serie di carenze nutrizionali.

 

Perdita eccessiva di capelli: rimedi e il ruolo della vitamina D

Poco sopra sono state descritte soltanto alcune delle cause più frequenti delle calvizie; tuttavia, se la perdita di capelli non è causata direttamente da una predisposizione genetica, è possibile invertire la tendenza e riportare i follicoli verso una piena attività in modo naturale. In quest’ottica, le carenze nutrizionali sono fra le cause in assoluto più diffuse.

Per mantenere una sana gestione del cuoio capelluto è infatti necessario integrare un buon apporto vitaminico nel proprio organismo, a partire dalla vitamina D, una fonte essenziale di energia che può essere assorbita facilmente grazie ad alcuni alimenti specifici, ma che va inserita nella propria dieta alimentare con il giusto dosaggio. Per questo motivo, è preferibile consultare alcune guide specializzate che spiegano a cosa serve la vitamina D e come assumerla nel modo giusto, così da poterne compensare la carenza in modo sano ed efficace. La dieta ha quindi un forte impatto sullo stato di salute dei capelli, specialmente se arriva a causare alterazioni nella produzione di sebo del cuoio capelluto.

La perdita di capelli può essere anche un effetto secondario causato da fattori come lo stress e da infiammazioni croniche come la psoriasi. Ovviamente esistono anche altre condizioni che impattano sulla salute del cuoio capelluto, come la menopausa e le malattie della tiroide. Qualora la perdita fosse eccessiva, è preferibile rivolgersi sempre ad uno specialista ed effettuare un test come il tricogramma con valore scientifico, per valutare le motivazioni alla base di una perdita consistente di capelli.

 

Perdita dei capelli: perché 1 italiano su 3 ne soffre?
   
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