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Stop allo spreco alimentare

di Francesco Asdrubali // Professore ordinario di Fisica Tecnica Ambientale · Università degli Studi Roma Tre

Lo spreco alimentare è un fenomeno che, oltre ad avere significativi effetti socio-economici, rappresenta una vera e propria emergenza ambientale, sconosciuta ai più.

Nel 2022 lo spreco alimentare a livello mondiale è stato stimato in 1,3-1,6 miliardi di tonnellate di cibo (un terzo di quanto prodotto), mentre in Italia è stato pari quasi a 2 milioni di tonnellate, con un danno economico pari a 7 miliardi di euro. Le emissioni di anidride carbonica associate allo spreco alimentare mondiale sono impressionanti, è come se esistesse sul pianeta un ipotetico paese, terzo per emissioni globali dopo Cina e Stati Uniti. Allo spreco sono associati danni ambientali enormi: un terzo dei terreni coltivato inutilmente, fertilizzanti che vanno ad inquinare i suoli, sprechi di energia e acqua.

Gli sprechi avvengono a tutti i livelli lungo le filiere agroalimentari e se nei paesi industrializzati avvengono soprattutto a livello di grande distribuzione e dei consumatori finali (compriamo troppo), nei paesi in via di sviluppo sono dovuti alla non corretta conservazione dei prodotti (catena del freddo). La frutta è l’alimento più sprecato a livello mondiale. L’Agenda dell’ONU per la sostenibilità globale, votata con risoluzione del 25 settembre del 2015, inserisce lo spreco alimentare tra gli obiettivi per il 2030 (Obiettivo 12.3: dimezzare lo spreco), ma il cammino da fare è lungo e complesso, soprattutto a livello culturale.

In Italia la legge 166/2016 ha regolamentato le donazioni degli alimenti invenduti con misure di semplificazione, armonizzazione e incentivazione e ha stabilito la priorità del recupero di cibo da donare alle persone più povere del Paese; è stata anche istituita la Giornata Nazionale per la prevenzione dello spreco alimentare (5 febbraio).

Numerose le iniziative che si sono moltiplicate anche grazie alla legge, da associazioni di volontariato che raccolgono e distribuiscono cibi ai più bisognosi ad una app divenuta popolare per acquistare a prezzi scontati cibi invenduti in ristoranti, pizzerie e supermercati in prossimità dell’orario di chiusura.

Fervono le attività anche in Umbria: la legge regionale n.16 del 2017 favorisce il recupero e la donazione a fini di solidarietà sociale delle eccedenze alimentari, compresi i prodotti agricoli in campo, a favore delle persone che si trovino in stato di disagio sociale mentre il progetto Zero Waste promosso dal Centro Servizi per il Volontariato, che fornisce servizi a oltre 1200 associazioni della provincia di Perugia, ha previsto il recupero di scarti alimentari dalla grande distribuzione e non solo, con evidenti vantaggi per le fasce più deboli e per l’ambiente.