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Direttamente dagli Stati Uniti, qualche giorno fa è arrivata la notizia che la Third Man Records di Jack White sta stampando a Detroit dei vinili della Motown.
Il Michigan è lontano, si sa, ma soprattutto chi è questo Jack White? Quando l’Italia ha vinto i Mondiali nel 2006, tutti cantavano POPOPOPPOPOPOOOO: ecco, Jack White è quello che l’ha scritta e suonata, con i suoi White Stripes. Ne ha fatta di strada questo genio assoluto del rock contemporaneo, tra la brillante carriera solista e le collaborazioni stellari, fino ad arrivare a fondare una sua etichetta discografica indipendente, la Third Man Records appunto.

Oltre al valore simbolico del lavoro sul materiale Motown – label che ha portato al successo artisti come le Supremes, Marvin Gaye, Stevie Wonder, solo per menzionare i più noti – e alla produzione dei dischi di Jack White, l’operazione si inserisce nella generale battaglia di White a supporto dell’industria discografica indipendente.

Chioma blu elettrico, outfit total black, dalla fabbrica della Third Man Records, ha recentemente lanciato anche un video di appello alle major affinché sostengano la produzione del vinile. La domanda è alta, le aziende non riescono a soddisfarla e i tempi per realizzare un disco stanno diventando infiniti: perché dunque non riaprire gli stabilimenti delle major?

La riflessione è ancora più ampia e, anche se il Michigan è lontano e il vinile non è certo un bene di prima necessità (non per tutti, almeno), riguarda anche l’Italia. Un anno fa, le vendite dei dischi in vinile superavano quelle dei cd per la prima volta dopo 30 anni. I dati oggi danno i ricavi della musica dal vivo in calo dell’83%, mentre sono ancora in crescita le vendite di dischi: considerazioni sull’ovvio – se non sul tragico, guardando allo stato di salute degli eventi live – ma che hanno un riscontro positivo e ci mettono nella giusta disposizione d’animo per il Record Store Day 2022 (23 aprile). Lunga vita al vinile, insomma.

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Pubblicato in Back to mono
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