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Marco Bianchi sulle carni rosse: "Un allarme che non crea stupore" In evidenza

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Marco Bianchi sulle carni rosse: "Un allarme che non crea stupore"
Abbiamo intervistato il divulgatore scientifico che promuove le regole dell’alimentazione sana

Sapersi nutrire è differente dal dover mangiare”. Parola di Marco Bianchi, divulgatore scientifico per Fondazione Umberto Veronesi che attraverso il suo lavoro, e i suoi libri, promuove le regole della buona alimentazione con consigli gastronomici che aiutano a restare in salute e a prevenire le patologie più comuni. Lo abbiamo intervistato sull’allarme carni rosse lanciato dall’oms.

Marco che cosa ci dici sull’argomento carni rosse?

Mentirei se mi definissi sorpreso dal recente allarme lanciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità sui rischi della carne e, in particolare, di un certo tipo di carne. Si tratta di un allarme che non dovrebbe creare così tanto stupore. La documentazione è stata prodotta da tempo, negli anni si sono solo fatte ulteriori ricerche. Sono studi usciti già nel 1997 sui quali la comunità scientifica ha lavorato in tutti questi anni.

Che tipo di studi sono?

Si tratta di centinaia e centinaia di studi condotti sulle varie popolazioni del mondo e sui loro consumi. In pratica si mettono in correlazione le patologie e gli usi e si verifica il grado di incidenza. Studi condotti sì in America, dove le quantità di carni rosse assunte sono molto elevate, ma anche in Europa.

Parliamo di quantità. C’è un limite entro il quale possiamo essere sicuri?

Diciamo che si possono mangiare fino a 500 grammi di carni rosse a settimana. Aumentando le quantità si aumenta anche la probabilità di ammalarsi.

E la provenienza delle carni incide sul “rischio”?

No, non c'è allevamento che tenga: sono i processi di lavorazione e alcune "molecole" naturalmente presenti in queste carni ad esser incriminate. È l’animale stesso a trattenere, appunto, molecole dannose, sostanze che inquinano il nostro organismo. Poi, laddove ci sono lavorazioni delle carni che ne prolungano la conservazione o ne alterano il gusto, come affumicatura, salatura, stagionatura, aggiunta di conservanti, il rischio cancerogeno aumenta.

Insomma, le carni rosse sono cancerogene?

Se certe carni sono state classificate nel gruppo “cancerogeni certi”, questo dati alla mano significa soltanto una cosa: che all'interno ce ne sono. Insomma, è ora di finirla di trovare scuse, è arrivato il momento di mangiare con la testa e non con la gola!