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Helena Havelková In evidenza

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I sacrifici, la determinazione, il gioco di squadra tra donne e i social: essere campionesse fuori e dentro al campo
Testo: Lucrezia Sarnari
Brano: “Toxic” - Britney Spears

Sorriso accogliente e sguardo fiera. Helena Havelková, schiacciatrice di origini ceche, capitana della squadra di serie A1 Bartoccini Fortinfissi Perugia, ha classe da vendere e non solo dentro il campo. Idee chiare su quello che è il suo posto nel mondo, un campo da pallavolo o ovunque ci sia il mare, si è presa quello che voleva grazie a una determinazione vincente e a quella dose di coraggio che ci vuole per affrontare i sacrifici che ad ogni atleta vengono richiesti, anche quando l’atleta in questione è poco più di una bambina.


Nata a Liberec da una famiglia di pallavolisti, Havelková si è trasferita in Italia quando aveva 18 anni, ingaggiata da Sassuolo in Serie A, ma di viaggiare non ha mai smesso accettando sfide sempre più stimolanti in giro per il mondo.

A che età hai capito che la pallavolo sarebbe stata la tua strada?

Presto. Ho iniziato a 12 anni e a 15 giocavo già in serie A. Essere nata in una famiglia di pallavolisti ha aiutato, ma ho sempre avuto chiaro quale fosse la mia strada.

In Italia sognavi di giocarci fin da piccola?

L’Italia ha una tradizione molto forte in fatto di pallavolo, è da sempre un gioco più tattico rispetto a quello che giocavamo noi in Repubblica Ceca e giocare in una squadra italiana è una tappa quasi obbligata per qualsiasi pallavolista.


E Perugia?

Sono a Perugia da due anni e l’ho amata molto: c’è tanto verde e si vive bene. Purtroppo l’ho vissuta in piena pandemia, ma resterà di sicuro nel mio cuore.