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La grande paura In evidenza

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La grande paura

Catiuscia Marini si conferma Governatrice dell’Umbria. Ma la notte appena trascorsa nel segno di un lungo testa a testa con il candidato del centrodestra, Claudio Ricci, mutuando il Sorrentino tanto in voga, in casa PD la potrebbero ribattezzare “la Grande Paura”.

In Umbria la coalizione di centrosinistra, rispetto al 2010 perde il 14% dei consensi scendendo - verrebbe da dire crollando - dal 57% al 43%. Un dato che consente comunque alla presidente uscente di mantenere lo scettro grazie a una vittoria maturata nel ventre di una legge elettorale cucita su misura che ha destato più di qualche dubbio di costituzionalità (con la doppia anomalia di un premio di maggioranza assegnato senza soglia minima e di un premio di minoranza assegnato di default al candidato presidente secondo classificato). Ma che il PD avesse paura, dopo la debacle di Perugia, lo si era capito proprio dal confezionamento di una legge elettorale scritta per blindarsi da qualsiasi possibile sorpresa (peraltro con una parziale connivenza dell’opposizione). Sarebbe bastato scrivere una legge sul modello di quella toscana (premio di maggioranza sopra il 40% dei consensi e ballottaggio se nessuno avesse sfondato la soglia) per mettersi al riparo da qualsiasi polemica; ma il PD questo coraggio non l’ha avuto. Fra l’altro non sarebbe cambiato alcunché perché alla fine quella fatidica soglia (il 40%) la coalizione pro-Marini l’ha superata comunque. Ma in una regione abituata a un’egemonia assoluta e incontrastata della sinistra da queste elezioni arrivano 3 indicazioni sulle quali sarà necessario riflettere. Il picco di astensionismo (che oggi si attesta al 45%), l’incredibile (e preoccupante?) risultato della Lega in Umbria (14%), il trend clamorosamente calante del centrosinistra. Insomma non bastano i goffi tentativi di dimostrarsi smart sui social network (operazione che in Umbria ha toccato vette di comicità involontaria straordinarie) per essere un partito moderno. Bisogna saper intercettare i cambiamenti in atto e le esigenze di un territorio. Insomma: meno selfie e più fatti. Catiuscia Marini, che è donna di sostanza, dovrà ripartire da qua.