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Perugia e sicurezza, la faccia tosta della ex maggioranza In evidenza

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Perugia e sicurezza, la faccia tosta della ex maggioranza

L'assessore Calabrese si lascia andare a dichiarazioni “inopportune”, ma a lasciare basiti è la reazione dell'ex assessore Valeria Cardinali, protagonista di quella amministrazione che ha sulla coscienza le responsabilità sul crollo della sicurezza a Perugia.

Faccio una premessa: le dichiarazioni dell'assessore Calabrese sulle infiltrazioni criminali nel tessuto politico della città (che in pratica ricondurrebbero le spaccate di Corso Vannucci a degli “avvertimenti” di stampo mafioso), sono dichiarazioni a dir poco “disinvolte” che non potevano non suscitare un vespaio di polemiche. Credo, o almeno spero, che di questo l'assessore si renda conto. Non so se, come qualcuno ha detto, sono anche dichiarazioni irresponsabili. Io, probabilmente, al suo posto non avrei fatto certe esternazioni pubbliche. Però, se vogliamo provare ad analizzare le cose in buona fede, non possiamo dargli torto quando (soprassedendo sulla storia delle infiltrazioni malavitose su cui sarebbe interessante avere un parere da prefettura e questura) afferma che il tema della criminalità, così per come è stato sempre affrontato a Perugia fino a oggi, rappresenta una fattispecie totalmente diversa rispetto ai fatti nuovi e inediti legati ai clamorosi furti delle ultime settimane. Fingere che non sia così significa essere in malafede. Eppure l'attuale opposizione (o ex maggioranza, che dir si voglia), ovvero quella che ha davvero sulla coscienza il crollo della sicurezza a Perugia, non perde occasione per strumentalizzare in modo a dir poco inelegante temi sui quali chi ha governato mentre Perugia scivolava sull'orlo del baratro farebbe bene a tacere. Sulla sicurezza, intesa come battaglia intrapresa nel corso della propria campagna elettorale, il sindaco Romizi si sta muovendo, come nessun sindaco aveva fatto prima di lui. Ed è un dato di fatto. È stato fatto più in nove mesi di Romizi che in cinque anni di Boccali. Accordi con le forze dell'ordine, giro di vite sullo spaccio e, persino, qualche risultato tangibile, al punto che oggi il numero degli spacciatori “percepiti” in centro storico è finalmente diminuito (e in modo drastico) dopo anni. Ma il punto non è neppure questo. Il punto è che comunque la si pensi sull'operato dell'attuale giunta, chi davvero dovrebbe fare esercizio di silenzio è chi ha governato Perugia fino a oggi. E invece a quale triste spettacolo siamo costretti ad assistere? Ai comunicati stampa dell'attuale senatrice Valeria Cardinali (assessore all'urbanistica della giunta Boccali) che definisce “gravi, scomposte e irresponsabili” le dichiarazioni di Calabrese e che arriva a definirsi preoccupata per le sorti di Perugia e della sua sicurezza (minata a parere della senatrice da amministratori irresponsabili) e che chiude in bellezza dando addirittura dei consigli su cosa bisognerebbe fare per rendere Perugia una città sicura. Performance da teatro dell'assurdo. In cui le sole cose “gravi” e “irresponsabili” sono stati i lunghi silenzi e le mancate risposte delle giunte precedenti (non dimentichiamo il sindaco Locchi) quando a Perugia scattarono i primi allarmi sulla sicurezza. Forse la senatrice dimentica chi governava Perugia mentre Perugia diventava la capitale dello spaccio e vittima di infiniti fenomeni di microcriminalità. Forse la senatrice dimentica che proprio su questi temi (e sui risultati ottenuti dalla sua giunta) Wladimiro Boccali ha perso le ultime elezioni (dopo 70 anni di egemonia di centrosinistra).

Poi certo, Calabrese poteva evitare di dire quel che ha detto e di alludere a quel che ha alluso, così di punto in bianco. Ma le sue esternazioni non possono diventare una difesa postuma dell'indifendibile o il pretesto per ridare la parola a chi su temi come Perugia e sicurezza dovrebbe avere soltanto il buon gusto di tacere.