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Passa la legge contro l’omofobia In evidenza

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Testo approvato dopo 10 anni in Consiglio Regionale

Sono passati dieci anni dalla presentazione del disegno legge, dopo vari incontri e soprattutto dopo ben tre tentativi in tre settimane, il consiglio regionale ha approvato la legge contro l’omofobia “Norme contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale” di iniziativa dei consiglieri Solinas, Leonelli e Chiacchieroni. I voti favorevoli, in tutto 15, sono arrivati dal PD, PSI e M5S mentre quelli contrari sono stati 5 e tutti del centrodestra. In un’aula gremita, tra qualche urlo e qualche contestazione, sono stati quasi 50 gli emendamenti e i sub-emendamenti discussi. L’accordo è stato messo nero su bianco in una serie di emendamenti firmati da Smacchi, dal capogruppo Chiacchieroni e dal segretario Leonelli.   

Centrale l’emendamento (approvato con 11 sì, 5 no e 5 astenuti, tra i quali Solinas e i pentastellati) che riscrive l’articolo 1: stavolta viene toccato solo il secondo comma e non il primo, e il riferimento è al «rispetto della libera espressione e manifestazione di pensieri od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, individuali o assunte all’interno di organizzazioni o associazioni»; in questo ambito la Regione garantisce «la dignità e il diritto all’autodeterminazione di ogni persona in ordine al proprio orientamento sessuale e alla propria identità di genere».

Il nuovo testo, secondo Leonelli, permettette quella «libertà di pensiero e di parola» peraltro già ampiamente tutelata dalla Costituzione; ma tant’è. Un emendamento a firma del presidente invece stanzia 40 mila euro per l’attuazione della legge mentre un altro, sempre a firma di Smacchi, Leonelli e Chiacchieroni, fa sparire dall’articolo 3, uno dei più contestati (è quello che si occupa delle attività nelle scuole), la possibilità di fare «informazione, orientamento e sensibilizzazione sull’orientamento sessuale e l’identità di genere» anche nei confronti degli studenti delle scuole.

Per la regione Umbria è stata introdotta la possibilità di costituirsi parte civile nei casi di violenza commessa contro una persona, in più Palazzo Donini predisporrà una «modulistica omogenea» a disposizione delle persone per adeguarsi alla istituzione delle unioni civili, estendendo le procedure a tutti i settori della PA; in precedenza, invece, il testo faceva riferimento solo al fiduciario sanitario.