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Uber e taxi: lettera al ministro Maurizio Lupi In evidenza

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Uber e taxi: lettera al ministro Maurizio Lupi
I buoi sono già usciti dalla stalla.

Onorevole Ministro Lupi,
sono un blogger, libero professionista, lavoro sul web e passo gran parte del mio tempo ad informarmi su quello che accade. Augurandomi di non abusare della sua pazienza, le scrivo per suggerirle un diverso approccio alla questione di Uber, il servizio di trasporto passeggeri che sta creando problemi ai tassisti ed è motivo di grandi discussioni.
Prima di proseguire, ci tengo a precisare che non ho alcun interesse in questa vicenda, non ho legami né con il mondo dei tassisti, né con l’amministrazione di Uber, pertanto parlo solo a nome mio e del buonsenso.

Onestamente, ritengo che la linea dell’intransigenza e del divieto a prescindere possa solo peggiorare le cose: altre strade, più convenienti per tutte le parti in gioco, sono possibili.
Quello che avviene con Uber non è un fatto criminale, ma un punto di svolta. Le possibilità del trasporto passeggeri oggi sono cambiate, e lo Stato deve prenderne atto.
Il viaggiatore che arriva in una città per lui sconosciuta, ora può collegarsi a internet dal suo smartphone, e cercarsi un passaggio economico alternativo al taxi. Che lo faccia attraverso Uber, o attraverso un altro servizio (potenzialmente, possono ancora venirne fuori a dozzine), è del tutto irrilevante: la tecnologia per farlo ormai esiste, esisterà anche in futuro (anzi, sarà ancora più efficace e accessibile), ed è attualmente alla portata di tutti i cittadini che sanno usare uno smartphone.
Mettere divieti non serve a niente: i buoi sono già usciti dalla stalla.

Se non vuole credere a me, creda almeno alla storia: questa è una cosa già vista.
Nel 1999-2000 un servizio chiamato Napster permetteva di scaricare dal web musica gratis: era illegale, ma milioni di persone potevano accedervi, i divieti non servivano a niente, e il danno per le case discografiche fu enorme.
Napster subì delle azioni legali, ma dopo di lui vennero fuori altri servizi simili, e quelli furono gli anni d’oro della pirateria online. Il fenomeno continua ancora oggi, ma in misura molto minore rispetto a un tempo: il problema è stato superato, ma non con i divieti, perché, materialmente, quando milioni di persone vogliono fare qualcosa, il divieto non ha alcun potere.
Invece, un noto imprenditore piuttosto creativo trovò una via di mezzo per scoraggiare la pirateria: Steve Jobs creò il primo mercato online di canzoni scaricabili da internet, dove ogni canzone costava solo 1 dollaro. Le case discografiche videro calare i loro guadagni, ma, consapevoli di non poter ottenere nulla con i divieti, si adattarono alla situazione, salvando il mercato.

Tornando a Uber, quello che è a rischio non è solo il posto di lavoro dei tassisti, ma anche l’ordine pubblico. In questa vicenda c’è ormai troppa tensione, non si doveva arrivare a questo punto: la cosa sta degenerando, e continuando di questo passo qualcuno prima o poi farà una sciocchezza.
La diffusione dell’internet mobile ha cambiato per sempre una gran quantità di settori lavorativi, e quello del trasporto passeggeri non è da meno. Immagino che i tempi di azione del governo non possano essere immediati, ma un compromesso va trovato prima possibile: che Uber rappresentasse un cambiamento irreversibile era già chiaro lo scorso anno. Oltre ad aver esacerbato inutilmente gli animi, temo si sia perso del tempo prezioso.

L’Italia, e questo governo, sono pieni di giovani intelligenze in grado di trovare delle nuove soluzioni per tutelare i tassisti, l’offerta alternativa rappresentata da Uber, e non ultime le esigenze dei consumatori, che hanno il diritto di poter scegliere tra i diversi servizi di trasporto esistenti nel pieno rispetto della legge.
Pertanto, la invito a mettere le intelligenze di cui sopra al lavoro, perché il minimo che si possa chiedere a un buon governo è che sappia gestire i cambiamenti portati dal progresso tecnologico, in vista di un vantaggio da condividere con il maggior numero possibile di persone.

La saluto ringraziandola per la pazienza, augurandole buon lavoro, e confidando nella sua lungimiranza.

(Alessandro Paolucci)

Pubblicato in PM TopNews
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