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Perugia sicurezza: non è delinquenza comune In evidenza

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Perugia sicurezza: non è delinquenza comune

L’assessore Calabrese parla di rottura degli equilibri e infiltrazioni criminali 

Vetrine spaccate in centro, e colpi per pochi spiccioli sotto le telecamere, fanno pensare più a intimidazioni e a un diverso disegno criminale, che alla comune delinquenza: è questo il concetto che esprime l’assessore alle Infrastrutture della Giunta Romizi, Francesco Calabrese, prima sulla sua pagina Facebook e poi in un’intervista sul Giornale dell’Umbria.
Le dichiarazioni sono pesanti, ma esprimono ciò che molti cittadini hanno già iniziato a mormorare: i recenti fatti del centro storico, le vetrine rotte, le piccole rapine a due passi dal posto di polizia, hanno qualcosa di strano che fa pensare più a una forma di intimidazione, che a rapine incentrate sul bottino.

“Si può notare che qualche mese fa a Perugia è accaduto un evento epocale di rottura di un sistema che sarebbe demente considerare mafioso, ma nel quale le organizzazioni criminali si sono riuscite a radicare?”, scrive l’assessore Calabrese sulla sia pagina Facebook.
Nell’intervista, poi, cerca di chiarire il merito delle sue affermazioni, puntando soprattutto a porre il problema e stimolare la discussione: “Io faccio delle domande, le risposte spettano ad altri. Però è bene che del problema si discuta, ed è bene che chi eventualmente dovesse essere minacciato, non si senta solo. E che chi sta mandando messaggi trasversali sappia che questo non è tollerato”.

Quanto agli eventuali legami della precedente giunta con organizzazioni criminali, l’assessore specifica: “So benissimo che Perugia non è stata governata da una banda di delinquenti. Ma so anche che la criminalità organizzata ha bisogno di un sistema di relazioni con chi esercita il potere. E un pasdaran del centrodestra le direbbe che, in 70 anni di potere, qualche relazione del genere si può creare”.

Una cosa è certa: di questo argomento si parlerà ancora.