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Acacia Group, il valore della gentilezza In evidenza

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Servizi per le imprese e cura delle relazioni umane. L’intervista a Francesco Pace


Strumenti avanzati a disposizione delle imprese, ma anche progetti di ampio respiro per restituire la dimensione relazionale al mondo imprenditoriale. È questo l’universo di Acacia Group, realtà da diversi anni impegnata nel fornire servizi di raccolta e analisi dati e nella realizzazione di studi sull’imprenditoria. Con l’originale approccio del suo fondatore Francesco Pace che, appassionato di numeri, li interpreta per leggere l’impresa in chiave relazionale.


Di cosa si occupa Acacia Group?

Nasciamo con una duplice missione. La prima, analizzare i dati di bilancio delle società italiane e fornire informazioni a qualsiasi impresa sul territorio nazionale, attraverso strumenti ad alta tecnologia. La seconda è dare anima ai numeri, mostrare cosa c’è dietro il dato: imprenditori, persone, un capitale umano. Per questo, cerchiamo di creare occasioni di incontro, come ad esempio i nostri think-tank: appuntamenti con imprese selezionate a numero ridotto, per capire come incrementare il business, ma anche per coltivare le “buone relazioni”. Inoltre, periodicamente pubblichiamo l’Osservatorio delle Imprese: una fotografia del tessuto imprenditoriale del territorio.


Come nasce il progetto?

Vengo da un’esperienza ventennale nel settore delle imprese e nasco con una formazione informatica: la matematica per me è alla base di ogni espressione di pensiero. La voglia di fare impresa ce l’ho nel sangue da sempre. Sin da ragazzino ero pronto a intraprendere qualsiasi tipo di iniziativa: ho aperto la mia prima partita IVA nel 1998 e nel 2016 è nato Acacia Group.


Un nome particolare, che suscita curiosità immediata. E che è associato nella vostra identità al colore arancione.

Nell’antico Egitto l’acacia era la pianta sotto cui si riunivano i saggi, cercando di trasmettere la conoscenza. E per me, i numeri non sono altro che un patrimonio di conoscenza. Inoltre, l’acacia non è una pianta infestante ma rigogliosa: se viene potata ricresce più forte di prima. Perché l’arancione? Il primo segnale di indipendenza per un bambino, dopo che ha imparato a camminare, è iniziare ad andare in bicicletta. E la mia prima bicicletta era arancione. Ce l’ho ancora, conservata nel garage della mia casa in campagna.





Spesso, associato al nome Acacia Group, si legge “A kind company”. Cosa significa?

Da quando facciamo impresa, coltiviamo una filosofia aziendale: quella della gentilezza. Che non è da intendersi banalmente come comportamento educato o cortese, ma significa piuttosto prestare attenzione a quello che conta, a quello che ci circonda. Tante volte quando incontriamo qualcuno mettiamo davanti noi stessi; primo segnale di gentilezza, invece, è ascoltare. Acacia Group fa anche parte del Movimento Mondiale della Gentilezza e siamo in stretto contatto con la Vicepresidente, Cristina Milani.


Come avete affrontato i cambiamenti imposti dalla pandemia?
Siamo andati controtendenza rispetto al Covid. Da un lato, offrendo soluzioni tecnologiche raggiungibili da ogni parte del mondo, c’è stato un incremento nell’accesso ai nostri servizi. D’altra parte, in Umbria le grandi imprese sono poche e molte piccole imprese non sanno che i nostri dati sono pubblici e fruibili da tutti; la nostra missione è quindi quella di educarle in questa direzione. Spesso le piccole imprese non si accorgono delle potenzialità che hanno. Ormai non è più il pesce grosso a mangiare il pesce piccolo. Ora vince il pesce più veloce.


Cosa c’è nel futuro di Acacia Group?

Per quanto riguarda l’analisi dei dati, stiamo lavorando a qualcosa di nuovo. Siamo partiti dal concetto giapponese di ikigai, un termine intraducibile che unisce le parole iki (esistenza) e gai (scopo). Indica quindi l’intersezione tra quello che si ama, quello per cui si ha talento, quello cui si viene pagati e quello di cui mercato ha bisogno. In concreto, costruiremo un paniere di imprese, con un monitoraggio che partirà dall’Umbria, per una valutazione sia economica, sia della gestione dell’equilibrio interno. Quando faremo il consueto Galà delle Imprese, a fine 2022, presenteremo i risultati e mostreremo in che modo alcune imprese possono essere un modello per il futuro. Posso anticipare davvero poco, invece, sulle novità tecnologiche, perché stiamo lavorando a qualcosa che, collegato al metadato, ci permetterà di raggiungere l’Umbria e gli umbri nel mondo attraverso uno strumento che utilizziamo tutti i giorni. E che non è il cellulare. Creeremo un contenitore interattivo dove somministreremo informazioni in un modo completamente nuovo.