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Irene Antonucci si racconta a PM In evidenza

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“Scelgo l’Umbria per raccontarvi le donne”
Attrice, autrice e content creator da 100k follower

Pugliese di nascita, cittadina del mondo, Irene Antonucci è ormai umbra d’adozione. Attrice di teatro, cinema e televisione – oltre che autrice, regista e content creator – Irene ha infatti scelto da tempo la nostra regione come cornice per il suo lavoro, sia sul fronte del digital marketing che sul versante creativo legato al mondo del cinema.

Dopo le tue mille esperienze, dalla Puglia a Roma, fino a Milano, tra palcoscenico, cinema e piccolo schermo, cosa ti ha portato in Umbria?
Inizialmente sono stata scelta come testimonial per un brand di abbigliamento: così ho scoperto una terra che non conoscevo, variegata da ogni punto di vista, con paesaggi che si prestano sia come cornice per rigenerarsi, sia come territori tutti da scoprire. Da lì è scaturita quella passione nel voler raccontare luoghi che, come me, molte persone non conoscono. Ho iniziato quindi a girare video per i social, attività che si è poi trasformata in un percorso imprenditoriale insieme a un esperto di digital marketing, per mettere al servizio delle aziende lo storytelling che parte dal cinema. Io sono in primis content creator per le mie piattaforme, partendo da uno script, esattamente come quando si realizza una sceneggiatura per un film. Ho cercato di mettere questa mia forma mentis al servizio del digital non soltanto per i miei canali, ma anche per altri utenti e altri soggetti.

In Umbria hai trovato terreno fertile per narrazioni di questo tipo?
Nelle grandi città sicuramente c’è più competizione e ci sono realtà digitali molto avanzate. Dal 2020 c’è stata però un’accelerazione generale nella digitalizzazione: molte aziende hanno dovuto fare i conti con la chiusura dei negozi fisici e con il passaggio alla vendita online. Anche il mondo dell’audiovisivo è cambiato dal punto di vista dei formati, che sono sempre più brevi e che devono catturare l’attenzione molto più velocemente.

Cosa ti ha portato in Umbria in questi ultimi tempi?
Per la mia attività di produzione di contenuti, ho girato due cortometraggi e ora ne sto scrivendo uno nuovo, che ho intenzione di girare interamente in Umbria. In Italia si pensa che gli attori si limitino a interpretare qualcosa che è stato scritto da qualcun altro, o che il regista lavori sempre su uno script altrui. Invece sono attività spesso trasversali, che in molti altri paesi vengono già riconosciute e apprezzate come tali. Oggi ci sono sempre più piattaforme e sempre più richiesta di prodotti, per cui la versatilità è senza dubbio un valore aggiunto.

È stato difficile far passare il messaggio che un attore può avere anche altre competenze?
Per una donna multitasking, far capire di essere in grado a muoversi in più direzioni, dalla scrittura all’interpretazione, è già complicato. Se aggiungiamo il fatto di essere anche imprenditrice, questa trasversalità di competenze diventa veramente complessa. Ma credo che il miglior modo per dimostrare che tutto ciò è possibile sia realizzare e proporre i propri prodotti, dai festival alle piattaforme web.





Di cosa parla il tuo ultimo cortometraggio?

I miei lavori affrontano sempre tematiche sociali, dalla valorizzazione della figura dell’artista durante la pandemia a un corto contro la violenza sulle donne, fino a una serie pilota sul gap tra generazioni. Il mio nuovo lavoro parlerà di donne, del lavoro e dell’imprenditoria al femminile, mettendo al centro il concetto di solidarietà.

Per una professionista donna, nel mondo dello spettacolo ci sono difficoltà maggiori?
Oggi la donna riveste ormai ruoli di qualsiasi natura. Alcuni ambienti però sono ancora pervasi da pregiudizi, ma la chiave è cambiare e invertire il sistema, creando legami tra donne che possono fare la differenza e dimostrare che la solidarietà può superare ogni ostacolo. Questo è il messaggio che voglio far passare con il mio prossimo corto.

Hai già scelto le location in Umbria?
Stiamo pensando di girare tra Perugia, Foligno e probabilmente Spoleto.

In che modo il territorio umbro ti ha ispirato in questo lavoro?
La sensibilità delle persone, la grande professionalità, il supporto dell’Umbria Film Commission. Il territorio è molto variegato, dalla parte storica alla parte naturalistica, fino ai borghi. Sono tutte location che si prestano molto bene per questo tipo di narrazione.

Progetti in atto?
Sempre rimanendo vicini alle tematiche sociali, in questo momento è in corso la tournee teatrale dello spettacolo “40 metri quadri”, con la regia di Emiliano De Martino. È un lavoro che ha a che fare con il concetto di amore in ogni sua forma, senza alcun tipo di pregiudizio, e con la possibilità di cambiare gli stereotipi rispetto alla realtà. Il mio ruolo è molto complesso, vicino alle istanze della comunità LGBT.

Com’è stato interpretare questo ruolo in un momento così delicato per le tematiche connesse?
A livello emotivo non è stato facile: è un personaggio che va a strutturarsi nel tempo. Per il momento abbiamo debuttato a Roma, al Teatro degli Audaci, e le prossime date saranno proprio in Umbria, tra Spello e Foligno. Avevo timore di come potesse essere visto dall’altra parte, ma il feedback da parte del pubblico è stato decisamente positivo.


foto: Michele Simolo

www.ireneantonucci.com
Instagram: ireneantonucci_official
YouTube: Irene Antonucci
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