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Riscaldamento: l’immortale bufala delle candele

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Riscaldamento: l’immortale bufala delle candele

Arriva Egloo, il riscaldamento a candele bello ma troppo poco efficiente

Una bufala della rete dura a morire è quella del riscaldamento domestico a candele, ovvero la teoria secondo cui, usando vasi di terracotta per i fiori e alcune candele (di quelle che fanno atmosfera nei ristoranti), è possibile convogliare il calore delle piccole fiamme e produrre un “meccanismo” di correnti d’aria calde, che aiuta a riscaldare una stanza a basso costo.
Per quanto possa apparire suggestiva e apparentemente geniale come soluzione in tempi di crisi, l’idea funziona poco o anche per nulla, ma puntualmente ogni inverno ritorna su internet.

Il problema è che stavolta anche grandi testate online hanno diffuso la nuova trovata di uno studente dell’Accademia di Belle Arti di Roma, che ha ideato una nuova mini “stufa” di terracotta, dal design più accattivante rispetto ai due vasi che si sono visti in rete finora. Si chiama Egloo, e promette di riscaldare una stanza.

Funziona? Sì, ma troppo poco.
Con questa tecnica, bruciando 4 candele, la temperatura di una piccola stanza di 20 mq sale di un paio di gradi, molto molto lentamente. La fisica è spietata, e il calore di quattro candele, diffuso per la stanza in questione, diventa quasi irrilevante e letteralmente non “regge”: la stanza non rimane calda, il freddo torna molto presto. Senza parlare dell’aria consumata che poi si respira.

Per quanto possa essere grande il disagio economico di chi ricorre a questa soluzione, il buonsenso suggerisce di riscaldare se stessi piuttosto che la stanza, e quindi usare una coperta, una maglia intima di lana (ottime quelle per gli sport invernali, ad esempio), o anche una giacca, un piumino da indossare in casa, sicuramente strano, ma non più strano di una stufa a candele che pretende di violare le leggi della termodinamica.
Riscaldamento: l’immortale bufala delle candele