Uso dei cookie

Questo sito non fa uso di cookie per la profilazione in prima persona.
Questo sito fa però uso di cookie tecnici. Questo sito utilizza inoltre embed di codice e servizi esterni. Nell'informativa estesa sono disponibili i link alle terze parti ove negare i cookies dei terzi che possono profilare se attivati dall'utente sul sito del terzo.
Procedendo nella navigazione o cliccando su "Accetto" si acconsente all'uso dei cookie.


Policy Accetto

A+ A- T+ T-

Sandro Joyeux ci porta in Africa con le sue melodie

Scritto da 
0
Sandro Joyeux ci porta in Africa con le sue melodie
Il cantante francese, il 19 agosto, sarà l’Umbria Folk Festival a Orvieto. “Le migrazioni sono fondamentali per l’umanità”

Sandro Joyeux e la sua musica dal sapore africano saranno i protagonisti, il 19 agosto, dell’Umbria Folk Festival a Orvieto.

Sandro è un vero e proprio griot, ma anche un musicista vero, senza veli o misticismi. La sua musica affonda le proprie radici nel calore delle terre del sud, i suoi sogni appartengono alla strada, alla gente comune, ma soprattutto a mamma Africa.

 

Ti sei già esibito al “Music for Sunset”. È la prima volte che vieni in Umbria?

Sono passato spesso da queste parti durante le mie peregrinazioni e qualche anno fa ho suonato a Castiglion del Lago. Sono molto felice di esibirmi in Umbria, quest’estate, per due volte, perché oltre al Music fo Sunset, suonerò anche a Orvieto il 19 Agosto per l’Umbria Folk Festival e il giorno dopo sono stato invitato a suonare nel carcere di Orvieto.

 

La tua musica è patrocinata dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite: come si arriva a questo riconoscimento?

Li abbiamo contattati, gli abbiamo parlato del nostro progetto e hanno accettato. Hanno patrocinato il mio nuovo videoclip “Elmando”, che racconta l’epopea di un bambino nato in Congo e del viaggio durato 20 anni di un apolide senza diritti, senza esistenza legale. La collaborazione si è sviluppata e abbiamo suonato per il “World refugee day live” a Firenze, insieme ad Elisa, Piero Pelù, Bandabardoò e tanti altri. È stata una bellissima giornata di musica e solidarietà.

 

Cosa rappresenta per te questo riconoscimento?

Con l UNHCR credo condividiamo un’ideale, un messaggio comune, mosso dal rifiuto delle ingiustizie e la ricerca della dignità e della pace fra i popoli. Io penso che senza migrazioni non c’è mobilità del sapere, non c’è progresso e non c è evoluzione. La migrazione è un atto coraggioso e fondante dell’umanità.

 

Perché un ragazzo nato a Parigi, da madre francese e padre italiano, s’innamora dell’Africa, tanto da far ispirare tutta la sua musica su questa terra?

Parigi mi fa pensare al mondo in miniatura. Quando facevo le elementari, la classe era rappresentativa del multiculturalismo francese. A Parigi ci sono quartieri africani molto belli e vivaci: cucina, musica, mostre, moda. Ho iniziato a frequentarli assiduamente e da lì l’inevitabile viaggio sul Continente Nero. Il Mali e il Marocco mi hanno cambiato la vita.

 

Le tue canzoni narrano di territori disagiati e delle bellezze dell'Africa: quanto possono essere d’aiuto per spiegare questa terra e le sue difficoltà all’Europa che gira la testa sugli sbarchi?

Sono zone in cui, al di là delle guerre, delle dittature e della corruzione delle élite, dove è difficile sopravvivere, per il clima disumano, le malattie spaventose, i raccolti sempre più magri, la deforestazione, il deserto in espansione e le materie prime che spariscono nel ventre delle multinazionali. Credo che gli africani non sono colpevoli dello stato attuale del loro continente. Per me esiste un flagrante debito coloniale. Per quanto riguarda i migranti, i poteri pubblici devono agire al meglio, sia nella sensibilizzazione e la prevenzione per evitare i fatti di violenza gratuita e strumentalizzata da gruppi estremi, sia nell’accoglienza e l’integrazione e nel rispetto dei trattati internazionali in materia d asilo. Se ho poco, non me la prendo con chi non ha niente, ma con chi non partecipa allo sforzo comune e sfrutta questa miseria.

 

"Sandro Joyeux" è il tuo primo disco, ne hai in cantiere altri?

Stiamo lavorando al secondo album, più elettrico del primo, forse anche più nervoso, con timbri più ricercati. Come il primo sarà prodotto dalla giovane etichetta partenopea Mr.few che mi accompagna da cinque anni e vedrà ospiti speciali… ma è una sorpresa.

Sandro Joyeux ci porta in Africa con le sue melodie