Uso dei cookie

Questo sito non fa uso di cookie per la profilazione in prima persona.
Questo sito fa però uso di cookie tecnici. Questo sito utilizza inoltre embed di codice e servizi esterni. Nell'informativa estesa sono disponibili i link alle terze parti ove negare i cookies dei terzi che possono profilare se attivati dall'utente sul sito del terzo.
Procedendo nella navigazione o cliccando su "Accetto" si acconsente all'uso dei cookie.


Policy Accetto

A+ A- T+ T-

Dancity Festival, reportage di un successo

Scritto da 
0
|| || ||

Paolo Sciamanna ci racconta la splendida kermesse di musica e arti figurative

Una premessa.

Sì, una premessa, che non riguarda solo il mondo della musica, il mondo dell'arte, ma la nostra vita in questo momento.

Una premessa che è un’esclamazione.

Ci sono riusciti! 

Sono riusciti a fare questo fantastico e, in questa edizione, indimenticabile Festival. 

Dancity 2021 è stata la prova del fatto che si può fare musica, si possono vivere degli eventi dal vivo, si possono rispettare le regole, basta volerlo.

Quindi il primo risultato è stato dare un segnale, forte, inequivocabile, rivolto a tutti, indipendentemente dai propri gusti musicali, dalle proprie passioni.

Detto questo ecco il reportage, con una selezione degli artisti che si sono avvicendati sul palco.

I concerti sono stati 12, in tre serate. 

 


Serata 1

28 dicembre 2021

La prima serata ha visto l'esibizione indimenticabile di Caterina Barbieri. 

Musicista colta, di alto livello, ci ha guidati, trasportati, travolti, immersi. 

 

Il suo mondo si è espanso nella grande sala dell'Auditorium San Domenico.

Era facile volare via con quei suoni, quelle frequenze quelle sequenze, la sua raffinata attenzione al dettaglio stilistico.

L'elettronica e la sperimentazione un passo oltre tutto.

 

Nella stessa serata:

-Sara Persico, 

-Theory Of Colours e

-il gruppo Astral Larvae (synth, batteria e chitarra+basso) 

 

 

Serata 2 

29 dicembre 2021

Macchine Nostre, uno straordinario progetto di importante rilevanza storica e di grande, profonda forza artistica. 

Questa proposta unica nasce dal connubio tra i due artisti e il museo del synth marchigiano.

I due sperimentatori Paolo F. Bragaglia & Agostino M. Ticino

hanno recuperato strumenti realizzati nelle Marche, nel florido periodo in cui l'industria degli strumenti musicali elettronici marchigiani creava, innovava, sperimentava. 

 


Un momento magico in cui, in un territorio di poche decine chilometri, nascevano strumenti musicali che avrebbero fatto la storia e lasciato un profondo segno nella musica di quel periodo. 

In quegli indimenticabili e indimenticati anni, nelle Marche, venivano prodotti sintetizzatori Elka, Crumar, Siel, Eko, che si affiancavano a nomi storici come gli organi Farfisa.

 

Sono stati suonati da artisti del calibro di Jean Michel Jarre, Tangerine Dream, Pink Floyd, Deep Purple, Keith Emerson, Mike Oldfield.

Un'industria scomparsa lentamente con l'avanzare degli anni 80, costretta a sparire o ad essere assorbita dai colossi giapponesi.

 

Il progetto "Macchine Nostre" fa parte quindi di un lavoro di respiro molto più ampio, legato al museo del synth marchigiano.

I due artisti hanno creato una serie di brani coinvolgenti, ammalianti, evocativi, il tutto con i suoni di quelle macchine.

Non tutti sanno che nel 1973 venne realizzato il primo progetto in cui una batteria elettronica lavorava con dei pattern.

Si chiamava Eko ComputerRhythm, ne esistono ancora solo 15 - 20 esemplari.

Uno di questi era su quel palco.

Per gli appassionati degli strumenti musicali elettronici è stato un evento nell'evento.

 

Altra potente presenza della seconda serata è stata quella di Lorenzo Senni.

Senni opera nel panorama della musica sperimentale italiana da molti anni.

La sua esibizione è stata un concentrato di tecnotrance destrutturata, digerita, espansa, riesplosa. 

La ricerca sui suoni è riuscita ad andare di pari passo con il gusto per il ritmo e chi era in sala, alle 2 di mattina, faceva difficoltà a rimanere immobile sulle poltrone.

Uno dei momenti in cui le limitazioni del covid sono state dure da rispettare!

 

Nella stessa serata 

-Cabaret du Ciel

-Fabrizio Rat & Etienne Jaumet


 

Serata 3 del 30 dicembre

Valentina Magaletti

Una delle perle del festival. 

Un'artista veramente unica, batterista e percussionista, con un set di soli tamburi più percussioni, quasi tutte acustiche. 

 

Valentina è riuscita a liberarsi e librarsi con il suo viaggio percussivo sopra dei tappeti di sequenze, musica concreta, musica d'ambiente.

Un insospettabile squarcio tribale su un oceano di intensa elettronica senza etichette. 

 

La chiusura del festival è toccata a Kinlaw & Franco Franco, duo di tecnoindustrial rap.

Un liveset devastante fragoroso, eccitante conturbante. 

Distorsioni, echi, scosse emotive, mentre decine di loro fans recitavano all'unisono i loro testi. 

Nella stessa nottata

-Demetrio Cecchitelli

-Grand River.

-Vladimir Ivkovic

 

 

Tra gli eventi paralleli ai concerti il palazzo Candiotti, di fianco all'Auditorium San Domenico, ha ospitato per tutti e tre giorni il

DANCITY M.A.S. (Media Art Section).

Installazioni di video arte, tablet, megaschermi, così come semplici smartphone, che diventavano il veicolo, per esporre le opere di un nutrito gruppo di artisti visuali.

 

Anche questa volta abbiamo visto Foligno, una città di provincia, di poche decine di migliaia di abitanti, trasformarsi in una scheggia di creatività proiettata nel futuro.

 

Attendiamo con ansia la prossima edizione!

 

 

 

 

Dancity Festival, reportage di un successo