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Il critico d’arte Bonomi dona all’archivio di Stato di Perugia “Titolo”

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Il critico d’arte Bonomi dona all’archivio di Stato di Perugia “Titolo”
La rivista è stata riconosciuta “d’interesse storico particolarmente importante”
Giorgio Bonomi, il noto critico e storico d’arte contemporanea, romano di nascita ma perugino d’adozione, ha fatto un’ulteriore donazione all’Archivio di Stato di Perugia.

Negli anni passati aveva donato alla Biblioteca Augusta le prime annate dei quotidiani “il Manifesto” e “Il quotidiano dei lavoratori”; poi alcuni anni fa ha donato all’Archivio di Stato di Perugia, l’archivio personale della sua attività politica (verbali, ciclostilati, volantini, quotidiani, riviste, anche di notevole importanza come la raccolta completa di “Quindici”), svolta prima a Roma, dal 1968 al 1971, nel Movimento Studentesco e nei gruppi della sinistra extraparlamentare, poi nel PdUP a Perugia, dove è stato Consigliere comunale dal 1980 al 1985 ed ha ricoperto numerose cariche politico-istituzionali, come il Consiglio d’Amministrazione del Teatro Stabile e l’Azienda di Promozione Turistica.

Bonomi dopo il 1985 ha abbandonato la politica militante e i suoi studi di filosofia e storia politica, dedicandosi a “tempo pieno” all’arte contemporanea e fondando nel 1984 la rivista d’arte contemporanea “Artinumbria”, con la volontà di “smuovere” questo settore che a Perugia e in Umbria era “sottotono” se non proprio “addormentato”. La rivista andò così bene che ebbe apprezzamenti in tutta Italia tanto da dover cambiare intestazione e diventare “Titolo” che tuttora esce regolarmente presso l’Editore Rubbettino, dopo la chiusura delle Grafiche Benucci, primo editore.

Tutto l’archivio della rivista (testi manoscritti, lettere autografe, bozze, centinaia di fotografie eccetera) è stato riconosciuto “d’interesse storico particolarmente importante” con un provvedimento del Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria e, quindi, è stato nei giorni scorsi depositato presso l’Archivio di Stato di Perugia.

Bonomi, nonostante sia un critico “feroce” nei confronti di molti aspetti della società attuale, crede ancora negli studi seri e nella cultura che sappia “conoscere, ricercare e promuovere”, confidando in alcune “isole” in cui ancora si fa cultura, come gli Archivi, certi Dipartimenti universitari, le Biblioteche, qualche Museo, per questo non lascia “marcire” documenti che, oggi o in un futuro anche remoto, potranno servire agli studiosi per ricostruire un pezzo di storia dell’arte vissuta dagli artisti e dai critici più affermati che in questi ultimi trent’anni sono stati presenti su “Titolo”.

Purtroppo non è andata a buon fine la volontà di Bonomi di donare alla città di Perugia la sua vastissima biblioteca (più di ventimila volumi), meta di studiosi e studenti perché solo qui possono trovare certi volumi per i loro saggi e le loro tesi di laurea. Bonomi pone un'unica condizione, cioè che la sede di questa biblioteca, divenuta pubblica, sia collocata in una posizione che gli consenta di poterla usufruire quotidianamente, dato che essa contiene i suoi “strumenti di lavoro”. Sono più di dieci anni che Bonomi ha proposto questa donazione, ma nessuna Amministrazione, presente e passata, ha mostrato interesse per questo patrimonio culturale che potrebbe arricchire la città e che, invece, rischia di prendere altre strade, italiane se non addirittura straniere, come avviene per molti archivi e/o biblioteche privati che spesso sono “venduti” negli USA mentre la loro “donazione” è rifiutata in Italia.

Il critico d’arte Bonomi dona all’archivio di Stato di Perugia “Titolo”