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L'addio dell'Umbria a Dario Fo In evidenza

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L'addio dell'Umbria a Dario Fo

Tante le personalità che hanno voluto salutare il Premio Nobel che in Umbria aveva trovato la sua seconda casa

Come abbiamo avuto malinconicamente l'occasione di constatare sovente durante questi dieci mesi, il 2016 è stato un anno tremendo sotto un dato punto di vista. L'Italia e il mondo si sono trovati a piangere personaggi enormi, da Umberto Eco a David Bowie, da Anna Marchesini a Prince e tanti altri. Oggi 13 ottobre, purtroppo, è la volta del Premio Nobel Dario Fo.

Il poliedrico artista si è spento a Milano, all'età di 90 anni.

Non è quindi una prematura scomparsa quella che piangiamo, piuttosto il destino di una cultura che sta diventando velocemente orfana dei suoi punti di riferimento più significativi.

Sulla prima pagina del suo sito ufficiale oggi è comparsa una lettera di ringraziamento a chi è rimasto vicino al Maestro fino alla fine, che funge anche da sobria e breve celebrazione del suo personaggio, nella quale leggiamo: “attraverso la sua intera opera Dario Fo ha lavorato affinché le classi sociali che da secoli erano state costrette nell'ignoranza prendessero coscienza del fatto che è il popolo a essere depositario delle radici della propria cultura. Per questo suo impegno nel 1997 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura (…).”

Nel cordoglio di un intero Paese, non tarda ad arrivare il saluto della Regione Umbria, perchè Dario Fo "conosceva l'Umbria nella sua intima identità, nella sua immensa spiritualità, nello splendore dell'architettura medioevale. E l'ha amata come fosse la sua terra. Per questo gli dobbiamo essere grati e dirgli grazie. E non soltanto perché qui, in questa terra, ad Alcatraz, nelle campagne di Gubbio, ha vissuto, lavorato con l'indimenticabile compagna della sua vita e grande artista Franca Rame, e con il figlio Jacopo". Con queste parole lo ricorda la Presidente della Regione, Catiuscia Marini, che prosegue: “chi di noi, che ha amato il teatro, non ha vissuto la emozionante esperienza di sedere alle tavole di legno della Libera Università di Alcatraz, e veder girare tra i tavoli Dario Fo e Franca Rame e con loro intrattenersi a parlare, discutere di teatro, politica e quant'altro?"

Un personaggio immenso, che in Umbria ha trascorso tanto del suo tempo, come ricorda anche il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati: “siamo attoniti per la perdita ancora più viva e dolorosa per i rapporti che da lungo tempo si erano stetti con la città di Gubbio, anche tramite la scelta del figlio Iacopo di dar vita nella campagna eugubina a Santa Cristina alla straordinaria esperienza di ‘Alcatraz’. Qui erano di casa Dario e, fino alla scomparsa, la moglie Franca, la donna della sua vita nell’arte e nell’amore, e non era insolito vederli girare per le vie di Gubbio. (…) Difficile riassumere la caratura di innovatore del linguaggio teatrale, la visionaria inventiva dissacrante e umanissima, ben rappresentata dal suo capolavoro da ‘giullare’, quel «Mistero Buffo» che lo rese famoso nel mondo.”

Grandi l'affetto e la commozione che attraversano oggi il Paese, ben più vivi nella nostra Regione che piange un figlio adottivo che non avrebbe mai lasciato andare.