Dancity Summer 2025

Anche quest'anno, tra le colline umbre, le preziose vigne si "ubriacano" di futuro
di Paolo Sciamanna
Dopo quasi vent'anni e centinaia di artisti che lo hanno nutrito, il Dancity continua ad essere uno dei più straordinari festival italiani. Esatto, sono quasi vent'anni che avviene questo miracolo. In una città di provincia, in una delle più piccole regioni d'Italia. Per il secondo anno consecutivo l'evento estivo si è svolto presso la cantina Raina di Montefalco. Anche questa è una scelta piuttosto "rivoluzionaria".
Del resto il Dancity da sempre propugna la fusione tra sperimentazione elettronica, location uniche e sensazionali, cibo di alta qualità.
Sono state tre nottate intense, profonde, appaganti, un continuo interscambio tra la ricerca musicale e le sensazioni del contatto con la natura, le vigne, gli alberi i campi.
Ecco una selezione degli Artisti che abbiamo avuto il privilegio di ascoltare e che vi raccontiamo nelle prossime righe.
Blanka, DJ e producer spagnola, è una delle figure più affascinanti della scena elettronica europea. Ha calcato palchi di club iconici come il Berghain, tempio della techno mondiale. Si è esibita nel momento magico della giornata in cui il sole tramonta e l’atmosfera inizia a trasformarsi. Il suo set, calibrato ma fluido, ha accompagnato questa transizione con eleganza: bassi profondi, groove spezzati, ritmo avvolgente. Una performance raffinata e coinvolgente, che ha saputo fondere tecnica e sensibilità, una colonna sonora ideale per il lento risveglio della notte.
Animistic Beliefs duo di Rotterdam – Marvin Lalihatu e Linh Luu – ha portato sul palco un set energico e spirituale, che intreccia techno industriale, sonorità tribali e ritmi frammentati. Con strumenti analogici, percussioni digitali e vocalizzi distorti, il loro sound ha trasformato l’atmosfera in un rituale avvolgente e ipnotico. La loro provenienza geografica e l'uso di strumenti e sonorità del sud-est asiatico, ha creato una fusione unica con il contorno delle colline umbre. Un’esperienza sonora profonda, capace di risvegliare radici culturali ancestrali e un senso di trance collettiva. Un momento di grande intensità mistica all’interno del festival, dove corpo, identità e bassi vibranti sembravano emergere direttamente dalle radici dei vigneti.
DJ NOBU, dal Giappone, è un punto di riferimento nella scena techno internazionale, famoso per il suo approccio unico che mescola minimalismo e sonorità ipnotiche. L'esperienza è stata davvero potente e coinvolgente. Un’immersione totale nella techno più pura e mentale. Ha costruito la tensione con una maestria incredibile, passando da ritmi essenziali a momenti quasi rituali, con una precisione chirurgica ma sempre guidata dall’istinto. Molti i riferimenti alla tradizione dei sequencer analogici. Erano tutti completamente rapiti, quasi in trance, come se la musica parlasse direttamente al corpo e alla mente. Provate ad immaginare tutto questo, su un prato all'aperto, con il piacevole fresco della notte estiva e avrete una lontana idea di ciò che è successo in quelle due ore.
Not Mass Artista italiano, noto per la capacità di creare atmosfere uniche e immersive, in bilico tra dark ambient, drone ed elettronica rituale. La sua musica è esperienza sensoriale, spazio percettivo, materia vibrante. Il set di Not Mass è stato un vero viaggio interiore, anche grazie al palco, costruito con rami e foglie del luogo, che ha trasformato l’ambiente in un santuario sonoro. Avvolti nel buio, siamo stati trascinati in un mondo ipnotico, teso, destabilizzante. Il suono non si ascoltava: si sentiva nella pelle, nello stomaco, nelle ossa. Un’esperienza intensa, totale, che ha risvegliato il corpo e azzerato il tempo.
Adelaida, DJ e produttrice franco-spagnola, esplora i territori più sperimentali dell’elettronica. Anche lei si è esibita in contesti di ricerca come il Berghain di Berlino. Nel buio già pieno della sera, Adelaida ha costruito un set denso e non convenzionale. Nessun ritmo da ballare, ma stratificazioni sonore, frequenze abrasive e atmosfere sospese. Un invito all’ascolto profondo, quasi meditativo, che ha fermato il tempo. Un'esperienza ipnotica e radicale.
Masma Dream World Artista afro-caraibica, fonde elettronica, voce e sonorità rituali in performance intense e spirituali, sospese tra musica e trance meditativa. Nel buio della notte ha creato un paesaggio sonoro ipnotico. Alcuni nel pubblico sono rimasti spiazzati dalle sue grida improvvise, viscerali, quasi animali, per altri è stato come entrare in uno spazio sacro, fuori dal tempo. Più che un concerto, un’esperienza mistica e radicale, l’urlo come linguaggio del corpo.
AJA Ireland Artista e performer britannica, unisce noise, industrial, voce e performance fisica. Il suo corpo è parte integrante del suono: un vero e proprio strumento visuale. Nel buio profondo della notte, AJA ha letteralmente scosso il pubblico. Grida lancinanti, distorsioni estreme, movimenti intensi e carichi di tensione: ogni gesto, ogni suono era carne viva. Alcuni sono rimasti totalmente ipnotizzati da quello che faceva e dai suoni che emanava, altri hanno agitato il loro corpo per tutta la performance. Un’esibizione brutale e magnetica che ha spinto il pubblico a chiederne ancora e Aja non si è sottratta alla richiesta di un bis.
Paul Lution è un artista e performer noto per i suoi set che mescolano elettronica organica, groove tribali, sonorità rituali e il concretismo dei campionamenti. Nel cuore della notte, Lution ha intessuto un set denso, minimale, pulsante. Ampio uso di campionamenti, con voci tratte da molti contesti diversi, tra i quali i dialoghi tra gli scienziati della NASA. Ogni suono sembrava emergere da una fenditura della terra del vigneto: bassi profondi, frequenze in bilico, dettagli che agivano sotto pelle. Il pubblico ascoltava in silenzio, quasi trattenendo il respiro. Un’esperienza sensoriale, fragile e potente insieme.
Francesco Farfa Pioniere della scena techno italiana, attivo dagli anni ’90, Farfa è noto per i suoi set visionari e imprevedibili. Sotto un sole ancora caldo, tra le vigne di Montefalco, Farfa ha iniziato a costruire il suo set con pazienza e maestria. Sequenze ipnotiche, groove pieni e mai banali, transizioni che sembravano scolpite nell’aria: la gente ha cominciato a ballare quasi senza accorgersene, scalzi sull’erba, tra il sole e i sorrisi. Un’atmosfera sospesa, quasi hippy. Un viaggio sonoro in piena luce.
Abbiamo fatto solo una selezione degli Artisti che ci hanno colpito di più.
Tanti altri DJ e producer si sono alternati, il venerdì e il sabato fino all'alba.
C'è solo un modo per vivere appieno questa potente esperienza: partecipare al Dancity.
Chi non lo ha ancora fatto si perde qualcosa di unico, ogni volta irripetibile.
Per concludere dobbiamo dire che come sempre Dancity fa centro.
Unire l'imprevedibile, l'inaudito, l'inaspettato, con la tradizione, l'antico, il profumo di un passato che cerca il presente e si slancia nel futuro.
Chi ama la ricerca, esplorare le proprie emozioni grazie ai suoni, vivere l'evoluzione artistica in tutti i sensi non può perdersi un festival come il Dancity.
Adesso non ci resta che aspettare l'edizione invernale.
E noi ci saremo!
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