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Sustain.ability, aziende sostenibili In evidenza

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Dopo le città sostenibili del n. 132 di PM, parliamo stavolta di aziende sostenibili, in occasione della pubblicazione di una ricerca condotta da Ernst and Young, “Seize the change: futuri sostenibili”, che presenta un’analisi dettagliata sull’integrazione della sostenibilità nel business delle aziende italiane, con particolare riferimento ai piani strategici, ai cambiamenti climatici, alla finanza sostenibile, all’economia circolare e alla mobilità.

di Francesco Asdrubali // Professore ordinario di Fisica Tecnica Ambientale · Università degli Studi Roma Tre

Lo studio ha analizzato un campione di oltre 260 aziende italiane di diversi settori; ne emerge come il tessuto imprenditoriale stia aggiornando le proprie strategie in termini di sostenibilità. I dati sono confortanti, basti pensare che il 70% delle aziende intervistate ha previsto un piano di sostenibilità corredato da obiettivi e che le aziende che mettono in atto iniziative di economia circolare sono oltre il 40%.

L’emergenza sanitaria funge da acceleratore anziché da freno: il 33% di aziende ritiene che la mutazione del contesto innescata dal Covid-19 spingerà la transizione verso modelli maggiormente sostenibili; per il 63% delle aziende le attività di lotta ai cambiamenti climatici continueranno senza particolari problemi nonostante la pandemia. Ci sono anche dati che evidenziano ritardi: solo l’8% delle aziende intervistate ha un piano strategico che prevede azioni e investimenti per il raggiungimento della neutralità climatica, mentre il 68% non considera affatto la neutralità climatica all’interno dei piani industriali.

Molto interessante la parte dello studio che riguarda le risorse umane: il 79% delle aziende, per essere più sostenibile, sta investendo sulle risorse umane e sulle nuove modalità di lavoro, con molteplici vantaggi quali l’aumento della produttività dei lavoratori, la maggiore fidelizzazione dei dipendenti e soddisfazione sul posto di lavoro e la maggiore attrattività aziendale rispetto ai nuovi talenti. Poiché gli spostamenti rappresentano una delle principali fonti di emissioni di anidride carbonica, lo studio riporta una sezione sulla mobilità sostenibile delle aziende. L’87% delle aziende ha sviluppato o previsto iniziative di mobilità per i lavoratori; tra queste il 63% ha attivato lo smart working, il 5% ha implementato il car sharing, mentre l’11% ha previsto agevolazioni per i mezzi pubblici.

C’è molto fermento in merito anche in Umbria: Colussi ha elaborato per la prima volta nel 2019 un Piano di Sostenibilità aziendale; Liomatic ha avuto un finanziamento da Intesa Sanpaolo per un progetto di crescita sostenibile; Confindustria Umbria ha firmato con Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni un Protocollo di intesa per promuovere nel territorio ternano-narnese un “Distretto italiano della Sostenibilità”, con il supporto di alcune grandi aziende attive sul territorio, quali Novamont, Tarkett, Acciai Speciali Terni, Fucine Umbre.