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I'm (still) with the band In evidenza

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Inizi a scrivere di musica perché le pentatoniche sono troppo difficili e poi Kurt Cobain le avrà mai studiate?

Inizi a scrivere di musica perché passi interi pomeriggi a farti venire i calli alle dita ma le parole ti vengono sempre prima. Prima anche delle note. Perché sai che ‘I’m with the band’ per te significa stare dalla parte di chi suona e che renderai un servizio migliore alla musica scrivendo degnamente di chi la fa. O almeno provandoci. 

Inizi a scrivere di musica perché hai divorato le pagine di Michael Azerrad, di Lester Bangs, di Legs McNeil. Perché un amico ti ha regalato ‘Apathy for the Devil’ e quando lo hai letto hai pensato «Se Nick Kent ha seguito gli Stones in tour nei ‘70s scrivendo i reportage più lucidi e insieme lirici dell’intera critica musicale, forse posso farlo anch’io». Perché un’amica ha prestato la sua macchina fotografica ai tuoi deliri, perché un altro amico ti ha dato spazio su una fanzine – quelle di carta, in bianco e nero, autoprodotte con sangue, sudore e lacrime – e perché alcuni ti hanno letto, qualcuno anche apprezzato.

Inizi a scrivere di musica perché sei fuori tempo massimo per fare la groupie – alla tua età potresti abbordare uno dei Pooh – e perché sei molto più credibile se avvicini un artista con degli argomenti, oltre che con un vestitino corto. Perché ai musicisti piace parlare di musica, ma anche parlare di sé. Perché le interviste strappate a personaggi impossibili, i sorrisi celati tra un aneddoto e l’altro, le confessioni intime, quel poster regalato dagli altri membri della band «perché David, almeno, lo avete fatto stare bene», ti hanno dato ragione.

foto Giancarlo Belfiore

I'm (still) with the band
   
Pubblicato in Back to mono