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A volte ritornano

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A volte ritornano
Perché dopo due anni in Danimarca ho deciso di tornare in Italia?

Estate 2013, momento di grandi decisioni e grandi cambiamenti. Dopo essermi laureata in Filosofia all'Università di Perugia e aver passato i sei mesi successivi a Philadelphia,  negli Stati Uniti, arriva il momento di pensare al futuro.

Ah, il futuro, la grande incognita della mia generazione. Il futuro dei nati negli anni 90 è fatto di molte domande e poche risposte. È un futuro fatto di costante ricerca e costante incertezza.

E io di domande me ne sono fatte tante. La più importante di tutte sulla Filosofia. "Chiara, è davvero la facoltà giusta? È davvero quello che vuoi fare per il resto della vita?" E, almeno fino a qualche mese fa, la risposta è sempre stata positiva.

Proprio dopo queste domande inizia la mia avventura in Danimarca,  un periodo che ha segnato la mia vita, nel bene e nel male.

Decido di continuare a studiare Filosofia e faccio domanda per un Master in Filosofia in Inglese all'Università di Aarhus. Le difficoltà nascono già prima ancora della mia partenza: partire è veramente la cosa giusta? Non so darmi una risposta, ma alla fine un volo easyjet mi accompagna a destinazione e mi trovo ad Aarhus,  una piccola città danese con una grande, grandissima università.

La mia permanenza in Danimarca è caratterizzata da momenti bruttissimi e tristissimi e da momenti molto belli e molto felici. Fin da subito rimango delusa dall'atmosfera danese, troppo rilassata per una come me che nella vita ha bisogno di stimoli costanti. L'Università impegna solo tre giorni durante la settimana e io mi annoio ancor prima di iniziare. Le lezioni sono interessanti, i professori bravi, i colleghi piacevoli. Ma a me manca già quella spinta per continuare. E pian piano, nel corso dei due anni da molto fuori sede, capisco che la Filosofia astratta insegnata nelle Università,  non è quella che piace a me, non mi rispecchia.

Nonostante questa presa di coscienza,  vado avanti, consapevole di voler comunque finire un percorso. Ma nel frattempo,  la Danimarca mi va stretta, il buio costante, il vento freddo, la vita lenta, la chiusura dei Danesi cominciano a farmi stare male. E voglio andare via.

Ma trovo lavoro, senza sapere il Danese. Mi metto in gioco e imparo a insegnare, a un bambino affetto da autismo, come si vive. E lui impara. Impara tra frustrazioni e momenti più allegri. Impara a salire le scale, impara a giocare a calcio, impara a disegnare... Un anno e due mesi di soddisfazioni più e meno grandi.

Ma arrivo ad un punto di non ritorno: la Danimarca non mi offre nulla di quello che vorrei, non mi offre opportunità,  non mi offre stimoli, non mi offre nuove amicizie, non mi offre una nuova vita.

A Natale 2014 prendo la decisione definitiva: torno in Italia, almeno temporaneamente. E a Marzo sono di nuovo a Perugia.

Comincio subito a fare la presentatrice AVON, tengo un workshop al Festival del Giornalismo, lavoro ad EXPO per due settimane... e mi rendo conto che la il Paese che avevo lasciato ha ancora tanto da offrirmi e che io ho ancora tanto da scoprire.

A volte ritornano
   
Chiara Peccini

Classe 1990, bionda dal 2012, filosofa a tempo perso e blogger in erba. Alla costante ricerca del senso della vita, nel frattempo faccio cose e vedo gente.