Stampa questa pagina

#Tenyearschallenge: sfida persa In evidenza

Scritto da 
0
|| || ||
Ecco perché secondo me dieci anni fa stavamo tutti un po’ meglio
Innanzitutto perché condividere aveva a che fare solo con un’idea, un sogno, una stanza, un pezzo di pizza, un pezzo di vita – o una vita intera – e non con post idioti, notizie false, immagini contraffatte, informazioni manipolate.

Fino a dieci anni fa il diario era quella cosa bellissima che accoglieva le nostre riflessioni più intime e le nostre emozioni più inconfessabili e a rileggerlo, magari dopo qualche anno, ci regalava un racconto di noi stessi straordinariamente autentico. Ed era bellissimo anche perché era segreto e si nascondeva in fondo ai cassetti o si teneva sotto chiave per paura dell’invadenza di mamme e fratelli. Oggi i diari sono quelli dei nostri profili Facebook: immagini e pensieri filtrati e deformati dalla brama di Like e dalla paura di commenti negativi.

Dieci anni fa gli amici erano quelli con i quali uscivamo, dei quali ci fidavamo, ai quali volevamo davvero bene. E magari qualche volta ci litigavamo pure sì, e non erano di certo migliaia, ma quando avevamo bisogno di aiuto, quei pochi c’erano davvero e mai ci saremmo sognati di “bloccarli” o “rimuoverli”.

Dieci anni fa di sicuro non avremmo voluto aver a che fare con qualcosa di virale mentre oggi un contenuto si definisce virale quando ha grande successo, ma certe volte può essere comunque più pericoloso di una malattia infettiva.

Fino a dieci anni fa i filtri che ci tenevano tanto impegnati erano quelli delle sigarette fatte a mano e a riportarci alla mente i ricordi erano parole, luoghi, sapori e odori, di certo non algoritmi studiati in base a logiche di marketing.

Dieci anni fa i cinguettii erano solo quelli degli uccelli e quindi non erano mai scorretti, maleducati, offensivi o violenti.

E soprattutto, dieci anni fa, i cookie si mangiavano e basta e solo quando ne avevamo davvero voglia, e magari facevano pure ingrassare, ma oggi? Siamo costretti ad accettarli continuamente, decine di volte al giorno, e ad ingrassare non siamo noi, ma un sistema sempre più fagocitante e ambiguo.

Ci saremo pure divertiti col #tenyearschallenge, ma questa sfida ho come l’impressione che la stiamo perdendo alla grande.

#Tenyearschallenge: sfida persa
   
Isabella Zaffarami

Moglie e mamma, prova a fare anche la giornalista. Molto curiosa, abbastanza coraggiosa e un po’ capricciosa. È spesso in ritardo, ma solo perché odia aspettare. Ama il giallo, le margherite, il mare e il tiramisù. Un tempo amava dormire fino a tardi, oggi ama andare a letto presto. Ama la sua città, Todi. Ama le parole, quelle già scritte e quelle ancora da scrivere.