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L'appetitoso banchetto della Perugia ultradigitale

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L'appetitoso banchetto della Perugia ultradigitale
Normalmente non mi occupo di digitale, nonostante il web da ormai quasi una ventina d’anni sia la mia seconda casa.
Al tempo stesso di solito non scrivo di politica locale, nonostante Perugia da altrettanto tempo sia diventata la mia città e ne segua con interesse le cronache. L’occasione, o se volete l’eccezione, ha oggi a che fare con quello che mi sembra il più importante dei progetti portati avanti dalla Giunta di Andrea Romizi, una visione della città che in questi anni ho seguito con attenzione e che mi sembra meritevole di una sempre maggiore copertura: la cosiddetta Perugia ultradigitale.

Per vederci chiaro poco prima di Natale sono andato a curiosare alla conferenza stampa di presentazione dell’accordo con Cisco, realtà leader nel mondo del networking. Volevo capire quanta sostanza ci fosse all’interno di un protocollo le cui parole chiave erano quanto mai affascinanti, almeno ai miei occhi: smart city, start up, industria 4.0 e formazione. Molta, mi è sembrato. Perché al di là di tutte le possibili migliori intenzioni ho avuto la percezione, bella sorpresa, di una città capace di guardare avanti con ambizione. Un percorso reso possibile a monte da una sola decisione, quella di portare l’iperfibra in tutte le case di Perugia.

Non mi stancherò mai di ripetere quanto, secondo me, ogni possibile tipo di crescita economica passi necessariamente attraverso lo sviluppo delle infrastrutture locali, analogiche e digitali che siano. Quanto sia impossibile, per esempio, parlare di turismo senza linee ferroviarie, collegamenti aerei e stradali. Al tempo stesso, senza quella banda larga oggi sempre più centrale non solo nella promozione ma anche nell’organizzazione di qualunque tipo di società, struttura, progetto. In Comune, ascoltando le parole del Sindaco, ma anche degli assessori Calabrese e Fioroni, ho toccato con mano la volontà di dare una scossa quanto mai profonda alle ambizioni di Perugia proprio attraverso la sua digitalizzazione. Quello di Fontivegge, lo “smart gate”, potrebbe per esempio diventare caso capace di fare scuola in tutta Italia.

Poi magari ci sarà chi si sta chiedendo cosa c’entra tutto questo con i temi di cui si occupa normalmente questa rubrica. Moltissimo, ché non c’è attività che non possa giovare di questo straordinario sviluppo digitale.

 

L'appetitoso banchetto della Perugia ultradigitale
   
Jacopo Cossater

Nato in Veneto, appena maggiorenne si trasferisce a Perugia per motivi di studio. È più o meno in quel periodo che si innamora del sangiovese, completa il percorso dell'Associazione Italiana Sommelier ed apre un blog, non necessariamente in quest'ordine. Dopo aver vissuto per troppo tempo a Milano e troppo poco a Stoccolma è tornato in Umbria, dove oggi lavora. Giornalista, collaboratore della guida "I Vini d'Italia" edita da l'Espresso, scrive anche su Enoiche illusioni e Intravino, due dei più popolari wine blog italiani.

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